Scrivere senza lasciare tracce: l’arte di sparire tra le righe (e restare dannatamente bravi)
- Gerardo Fortino
- 29 mar
- Tempo di lettura: 2 min

Perché se ti si riconosce subito, hai sbagliato mestiere
Ci sono scrittori che vogliono essere riconosciuti da ogni punto. Da ogni frase. Gente che ti ficca dentro la propria voce anche quando racconta di un paracarro. Ma c’è un altro mestiere, più sporco, più elegante, più infame: scrivere senza lasciare impronte. Come i ladri veri.
Quando fai il ghostwriter, o scrivi per conto di altri, il tuo ego deve morire. Non sei lì per brillare. Sei lì per far brillare qualcun altro, possibilmente più ricco e meno bravo di te.
Non devi esserci. Non devi comparire. Devi scrivere e sparire.
E in tutto questo, la cosa più difficile non è scrivere bene. È scrivere come se non fossi tu a scrivere.
Scrivere senza lasciare tracce: L’identità stilistica è un lusso. Qui si lavora in incognito.
Quando scrivi con la tua voce, sei libero. Ma quando scrivi per qualcun altro, sei un impostore per mestiere. Ti metti la pelle dell’altro, ne studi il tono, ne rubi le pause, ne assorbi le storture.
E poi sparisci.
Scrivere senza lasciare tracce significa:
Rinunciare al tuo vocabolario.
Nascondere le tue cadenze.
Svuotarti delle tue manie di frase.
Far sembrare che sia stato lui, l’autore, a fare tutto
E magari quel “lui” non sa nemmeno mettere un soggetto con un verbo senza farsi male.
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Studia il “cliente” fino allo sfinimento
Non iniziare nemmeno a scrivere finché non hai ascoltato ore della sua voce, letto le sue mail, guardato come si muove, come gesticola. Il tono è nei dettagli.
Spezza il tuo stile, pezzo per pezzo
Hai un modo tutto tuo di iniziare le frasi? Distruggilo. Usi metafore strane? Tagliale. Rendi piatte le frasi, se lui scrive piatto. Allungale, se ama perdersi.
Imita, ma senza parodia
Non devi trasformare il tuo cliente in una macchietta. Devi ricrearlo sulla pagina con discrezione, senza esagerare. L’effetto finale dev’essere che “sembra proprio lui, ma più bravo di come parla”.
Controlla il battito del testo
Ogni autore ha un ritmo. Un battito. Un modo di respirare mentre scrive. Se vuoi scrivere senza essere visto, devi battere allo stesso tempo.
E perché questa è una dannata arte (anche se nessuno ti ringrazierà mai)
La verità è che scrivere senza farsi notare è l’arte più sottovalutata del mondo. Non sarai mai in copertina. Nessuno dirà “quel libro lo ha scritto lui”. Ma senza di te, quel libro non esisterebbe. E allora sì, scrivere senza lasciare tracce è un’arte bastarda. Ma è arte.
Perché sai entrare in un’altra voce e farla sembrare vera. Perché riesci a cancellarti senza svanire. Perché quando leggi ciò che hai scritto, non ti riconosci. E va bene così.
Questo è il mestiere. Questo è il gioco. Scrivere bene e non esserci. Essere ovunque e non firmare mai. Essere voce e non volto.
E se lo fai bene, nessuno se ne accorgerà. Ed è proprio lì che avrai vinto. La parola chiave, per chi se lo chiede, è questa: scrivere senza lasciare tracce. Imparala. E poi dimenticala.
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