
Tecniche di Scrittura: Scrivere significa spesso dare forma a ciò che non riusciamo a dire ad alta voce. L’inconscio, con le sue ombre, i suoi sussurri e le sue insidie, può diventare un protagonista potente nella narrazione. Per chi si occupa di ghostwriting, conoscere le tecniche per dare voce all’inconscio aiuta a creare testi profondi, immersivi e psicologicamente intensi. Ecco alcune tecniche efficaci per trasmettere il flusso di pensieri e sensazioni interiori in maniera vivida
Tecniche di Scrittura
1. Il "Tu" (Scissione della coscienza)
L’uso della seconda persona crea un effetto di dissociazione, come se la mente fosse divisa in due e una parte parlasse all’altra. Questa tecnica è perfetta per raccontare stati d’animo alienanti, per mostrare conflitti interiori e apatia profonda.
Esempio:
Tu lo sai. Tu dovresti alzarti. Tu dovresti fare qualcosa. Ma tu no. Tu resti lì. Ferma. Immobile. Svuotata. Tu esisti o ti stai solo lasciando marcire?
Perché usarlo?
Crea un senso di distanza da sé stessi.
Perfetto per testi che esplorano ansia, depressione o crisi esistenziali.
2. La Voce Sconosciuta (Un sussurro nel buio)
L’inconscio qui non ha un’identità chiara. È solo un sussurro, qualcosa che si insinua nei pensieri come un parassita, creando un effetto disturbante e onirico.
Esempio:
(Una voce. Non tua. O forse sì.) “Sei ancora lì.” “Che fai?” “Da quanto tempo?” (Silenzio. Ma la voce torna.) “Fa differenza?” “Stai aspettando qualcosa?” “Ti sei dimenticata di respirare.”
Perché usarlo?
Evoca una mente invasa da qualcosa di esterno.
Ideale per narrazioni psicologiche, thriller psicologici o horror.
3. L’Ombra (L’inconscio personificato)
In questa tecnica, l’inconscio assume una forma concreta: un’ombra, un doppio, una presenza inquietante che giudica e sfida.
Esempio:
L’Ombra è lì, seduta sul bordo del letto. “Sempre così, eh?” “Non ti sei ancora stancata?” “Ma sì, resta pure. In fondo, a chi importa?” Ride. Non è una bella risata. “Vogliamo vedere quanto duri?”
Perché usarlo?
Trasforma un concetto astratto in un interlocutore tangibile.
Perfetto per dare un tono teatrale e inquietante al testo.
4. Il Flusso di Pensiero (Un monologo senza controllo)
Questa tecnica imita il flusso di pensieri in modo caotico, senza punteggiatura netta o pause. È ideale per trasmettere ansia, confusione o stati mentali alterati.
Esempio:
Non dovrei stare qui non dovrei stare ferma ma il corpo pesa la testa pesa tutto pesa forse tra un minuto mi muovo forse tra un’ora forse domani forse mai la luce cambia la stanza cambia ma io no io resto io sono ferma come sempre quanto tempo è passato? e se chiudessi gli occhi? e se smettessi di pensare? e se smettessi e basta?
Perché usarlo?
Crea un senso di disorientamento nel lettore.
Perfetto per trasmettere stati di agitazione, ansia o depressione.
5. Il Diario Mentale (Una lettera a sé stessi)
Scrivere a sé stessi in forma epistolare dà ordine al caos interiore, creando un senso di intimità e introspezione.
Esempio:
Cara me stessa, Ti scrivo perché non ho voglia di parlarti. Ti scrivo perché, se non lo faccio, svanisci. Ti scrivo perché non so se sei ancora qui. O forse, perché vorrei che non lo fossi più.
Perché usarlo?
Permette un’esplorazione emotiva più strutturata.
Perfetto per racconti introspettivi e testi terapeutici.
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