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Differenze: Lo Scrittore Fantasma (il tizio che mette la penna senza la firma)

  • Immagine del redattore: Gerardo Fortino
    Gerardo Fortino
  • 2 apr
  • Tempo di lettura: 5 min

Agente letterario
Immagine generata con AI

Differenze tra Ghostwriter, Editor e Agente Letterario: tutto ciò che devi sapere


C’è un tanfo che si sente forte quando si entra nel mondo editoriale italiano. Non è il profumo della carta, né l’odore del caffè che tracanni mentre scorri cartelle su cartelle di testo. È quello di certe promesse fatte a mezza bocca, di contratti arraffazzonati, di offerte da “entrate nella grande famiglia” e poi ti ritrovi a fare la parte dello sguattero editoriale. Sì, proprio come uno schiavo nei Caraibi nel 1700, con la frusta editoriale che scrocchia e tu che devi scrivere, correggere, impaginare, vendere l’anima senza fiatare. Ma andiamo con ordine: chi è il ghostwriter, chi è l’editor, chi è l’agente letterario e cosa diavolo succede in Italia?


Il ghostwriter è quel povero cristo che scrive un libro, un articolo, una biografia, un manuale di auto-aiuto, qualsiasi cosa… per qualcun altro che ci mette nome e faccia.


Perché conoscere le differenze tra Ghostwriter, Editor e Agente Letterario fa la differenza


Cosa fa: ascolta la storia, fa ricerche, scrive. Infila un’anima in un testo che andrà a un personaggio pubblico o a un autore che non ha tempo, voglia o talento per sbattersi.
Cosa non fa: di solito non compare. Firma un NDA (Non-Disclosure Agreement), prende i soldi e sparisce come un killer a contratto.
Il paradosso: se è bravo, la gente nemmeno se ne accorge e crede che quel finto scrittore sappia mettere insieme le frasi come un novello Dante. Il ghostwriter è come un’ombra: se fa bene il suo lavoro, non lo vedono; se fa schifo, il bluff si sgretola e tutti capiscono che c’era il ghost.

Differenze: In Italia, il ghostwriter spesso non ha tutele e si ritrova a lavorare a tariffe da fame. Il che è già squallido: tu crei l’opera, e come ringraziamento ottieni paghe da servitù. Succede, eccome se succede.


Editor: Il Chirurgo delle Parole (e a volte carnefice)


L’editor è quello che prende il tuo testo – già scritto, confuso, impresentabile – e lo aggiusta. Ci mette la lente, il bisturi, la sega elettrica, tutto ciò che serve per far uscire un libro in grado di camminare sulle sue gambe.


Cosa fa: taglia frasi inutili, suggerisce nuove parti, riorganizza capitoli, aggiusta personaggi, sistemi temporali, intrecci. Se c’è da riscrivere, ti rompe l’anima finché non lo fai come vuole lui.
Cosa non fa: non dovrebbe rubarti il testo e farlo diventare altro senza il tuo permesso. Anche se, in certi contratti-capestro, la linea tra “migliorare” e “fare a pezzi” è sottile come un capello.
La verità: un editor bravo è un dono dal cielo; un editor pessimo è un martello sul cranio che cerca di trasformare la tua voce in un polpettone senz’anima. Se ci caschi, finisci per rinnegare il tuo stile pur di compiacere quel gran maestro che, in alcuni casi, è solo uno che sputa regole rigide per giustificare il suo stipendio.

In Italia, molti editor freelance vengono pagati con tariffe basse e, per campare, devono correggere venti romanzi a settimana. Il che vuol dire consegnare revisioni fatte con l’accetta, senza la dovuta cura. E la “qualità” editoriale va a farsi benedire.


Agente Letterario: Il Procacciatore di Sogni (e Contratti)


L’agente letterario è il tizio che dovrebbe farti da scudo e da spalla, colui che ti porta verso la casa editrice adatta, che ti contratta le condizioni migliori, che ti salva dal baratro dei furbi. In teoria dovrebbe essere il tuo paladino.


Cosa fa: legge il tuo manoscritto, ti consiglia come migliorarlo, lo propone agli editori, contratta i diritti e i contratti. Se è un vero agente, ha contatti veri e un buon fiuto per chiudere accordi onesti.
Cosa non fa: non dovrebbe chiederti soldi in anticipo per “leggere il tuo manoscritto”, né obbligarti a contratti poco chiari. L’agente guadagna sulle percentuali delle vendite e dei diritti, punto.
Il sogno: se hai un agente decente, ti evita di annegare in un mare di squali, ti fa guadagnare qualcosa di dignitoso. Se hai un agente fasullo, paghi per essere abbandonato alla prima scoglio.

In Italia ne esistono alcuni validissimi. Poi ci sono i ciarlatani, quelli che ti spillano soldi con “servizi di valutazione,” “editing consigliato” e “pacchetti di promozione,” e alla fine non ottieni nulla se non il portafoglio vuoto.


L’Inferno Italiano: “Servizi Editoriali” o Schiavitù Travestita


Ed eccoci al nocciolo: in Italia molte case editrici, diciamo “borderline,” propongono pacchetti “tutto incluso” in cui, con la scusa di pubblicarti, ti vendono editing, correzione di bozze, ghostwriting, promozione, vetrine, reading, presentazioni… e alla fine paghi tu. Magari ti chiedono pure di comprare un tot di copie del tuo stesso libro.


La fregatura: ti fanno credere che stiano facendo di tutto per te, mentre tu fai il lavoro sporco e metti pure i soldi. Chi scrive, chi vende, chi promuove, chi compra… sei sempre tu, autore sfigato con l’illusione del romanzo in vetrina.
Perché lo chiamano “schiavitù”: perché ti riducono in catene. Devi firmare contratti dove cedi diritti per anni, dove se non paghi non pubblichi, dove se vuoi recedere ti chiedono penali da sventrarti il portafoglio. Sei intrappolato.
Il risultato: un sacco di gente si ritrova con un libro stampato male, copertina orrenda, zero promozione reale, e un sacco di debiti. Ti resta giusto la soddisfazione di dire “Ho pubblicato un libro” sul tuo profilo Facebook.

Certo, non tutte le case editrici sono così. Ci sono realtà oneste, professionali, pronte a investire sui nuovi autori senza spennarli. Ma bisogna saper cercare, districarsi, non cadere nella trappola dei “servizi a pagamento” che promettono mari e monti e ti consegnano un pugno di mosche.


Morale (se esiste una morale)

Il Ghostwriter non è un mostro o un truffatore: è uno che, per campare, scrive per conto di altri e spesso lo fa da invisibile.
L’Editor è fondamentale, ma solo se sa fare il suo lavoro senza strangolare la voce dell’autore.
L’Agente Letterario è la guardia del corpo che ogni scrittore dovrebbe avere, ma deve essere sincero e non un leccapiedi del sistema pronto a venderti per quattro spicci.
Le Case Editrici “Buffa” (chiamiamole così, per non dire di peggio) vanno evitate come la peste. Se ti chiedono soldi in anticipo e se l’unico a investire sei tu, fuggi. Nessuno ti regala niente e di certo non lo fanno gli squali.

In questo circo editoriale, tra false promesse e illusioni di gloria, la penna rimane la tua. Non svenderla, non regalarla a chi non la rispetta. I personaggi marci esisteranno sempre, i furbi spunteranno come funghi dopo la pioggia, le proposte seducenti camufferanno trappole fatte apposta per risucchiare i tuoi soldi e il tuo tempo.


Se vuoi un consiglio alla Gerardo Fortino: scrivi finché hai benzina nell’anima, butta giù storie come se ti servisse per respirare, e quando arriva la prima offerta, leggila tre volte. Chiedi a un avvocato, chiedi ad amici che ci sono passati, cercati un agente onesto o un editor freelance che sa il fatto suo. E poi fai attenzione a non finire in catene, che di schiavi ne abbiamo avuti abbastanza nei secoli passati.


Ti diranno che il mondo editoriale è una giungla. Vero, ma pure nella giungla qualcuno riesce a sopravvivere, a diventare predatore invece che preda. Sii sveglio, sii lucido, e soprattutto sappi che la tua scrittura merita rispetto – da te stesso in primis, e da chi ci vuole guadagnare sopra. Se non trovi quel rispetto, abbandona la baracca e non voltarti indietro.


Fanculo a chi promette sogni e rifila catene. Meglio essere povero ma libero, che pagare per essere incatenato. E se qualcuno non è d’accordo, beh, che si goda pure la sua finta gloria editoriale: a dormire, la notte, meglio noi col portatile scassato pieno di storie ancora da scrivere, che loro con i conti in rosso e la coscienza sporca.


Alla salute. Scrivi e combatti. Non esiste schiavitù quando sai sputare in faccia alle catene.


 


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