L’odore dei libri: chimica dell’anima e carta del tempo
- Gerardo Fortino
- 3 mag
- Tempo di lettura: 2 min

L'odore dei Libri: Tra molecole, memoria e la voce ruvida delle pagine
L'odore dei Libri: Ci sono odori che non si spiegano. Che non si descrivono. Che si vivono come si vive un ricordo troppo intenso per morire, troppo vivo per restare fermo. L’odore dei libri è così. Un altare di carta che profuma di legno antico, di colla stanca, di muffa gentile e di inchiostro consumato. È l’odore della memoria, della scuola elementare, del primo amore letto a bassa voce sotto le coperte. È l’odore del tempo.
Ma non è magia: è chimica. I libri antichi sprigionano una sinfonia di composti volatili. Lignina, una cugina della vaniglia, si decompone col tempo e regala quella nota dolce e burrosa. L’acido ossalico, le aldeidi aromatiche, l’acetofenone e il benzaldeide danzano tra le fibre come vecchi attori su un palco consumato. Ogni molecola ha una storia da raccontare, come ogni pagina voltata a fatica in una biblioteca dimenticata.
I libri nuovi, invece, parlano una lingua diversa. Più fredda, quasi industriale. Profumano di colle sintetiche, plastificazioni moderne, vernici tipografiche. Hanno il fiato breve, il respiro tagliente. Ma restano vivi, si aggrappano alle dita e ti chiedono di ascoltarli, di leggerli a voce alta.
E poi c’è il suono. Quella voce secca e ruvida che fa la carta quando si volta. Ogni pagina è un passo su una strada di ghiaia, una scarpa che sfrega il selciato del pensiero. C’è chi accarezza i libri come si accarezza un volto. Chi li ascolta con l’orecchio teso, in cerca del fruscio che separa la realtà dalla finzione. I libri parlano anche così: con il rumore della loro solitudine.
E allora non stupisce che ci siano uomini che annusano i libri come si annusa una pelle amata, e donne che tengono i libri sul petto come neonati addormentati. Perché un libro non si legge soltanto: si respira, si tocca, si ascolta.
Non importa se odora di legatoria o di soffitta. Di vecchio mercato o di stampa fresca. Ogni libro è una voce che non muore. È l’odore dell’attesa, la chimica della nostalgia, la carta di un patto segreto tra chi scrive e chi legge.
E tu lo sai bene. Quando entri in una libreria, non cerchi un titolo: cerchi un odore che ti riporti a casa.
Comments