
Un libro che è più di un reportage: è un atto d’amore per un continente in continua metamorfosi
Ci sono scrittori che descrivono luoghi e poi ci sono scrittori come Tiziano Terzani, che li vivono, li respirano, li attraversano con occhi assetati di verità e cuore aperto alla meraviglia. In Asia è un semplice resoconto di viaggio, né un reportage giornalistico distaccato. È il ritratto pulsante di un continente che cambia sotto i suoi occhi, una riflessione profonda sull’umanità, sulla storia e sulla politica di un’Asia sempre sospesa tra tradizione e modernità.
Attraverso le pagine di questo libro, Terzani ci porta nelle guerre, nelle rivoluzioni, nei mercati affollati, nei templi avvolti dal silenzio, nei palazzi del potere e tra la gente comune, restituendoci un’Asia che è ben più di un luogo geografico: è un’esperienza totale.
Se c’è un libro che racchiude la sua anima di viaggiatore e narratore, è proprio questo.
Un viaggio attraverso la Storia e le storie
Terzani è stato corrispondente per il Der Spiegel per oltre trent’anni, e questo libro raccoglie le sue esperienze nei luoghi chiave della storia asiatica dal dopoguerra agli anni ‘90.
Ogni capitolo è un pezzo di un mosaico più grande: un’Asia che cambia, a volte nel sangue, a volte nel silenzio, a volte in modi impercettibili che solo un occhio attento può cogliere.
Ecco alcuni dei luoghi che incontriamo in questo viaggio:
Vietnam: Terzani ci porta nel cuore della guerra, ma anche nei suoi effetti a lungo termine, quando il fragore delle bombe è cessato ma le cicatrici restano incise nell’anima della gente.
Cina: Dalla Rivoluzione Culturale agli anni di Deng Xiaoping, il giornalista racconta un paese che cerca di reinventarsi, ma che non smette mai di essere enigmatico e contraddittorio.
Cambogia: Lo spettro di Pol Pot e dei Khmer Rossi si allunga sulle pagine, rivelando l’orrore del genocidio e l’indifferenza del mondo.
India: Un paese in cui la spiritualità si scontra con le disuguaglianze più atroci, dove le caste e il progresso sembrano convivere in un equilibrio precario.
Afghanistan: Un luogo di guerre senza fine, osservato con la consapevolezza di chi sa che, dietro ogni conflitto, ci sono poteri invisibili che muovono i fili.
Giappone: Un paese che affascina e respinge, dove la modernità convive con una disciplina millenaria e una cultura che rimane, per molti versi, inaccessibile.
Ma ciò che rende il libro straordinario è che Terzani non racconta mai solo i fatti: racconta le persone.
Lo stile di Terzani: tra giornalismo e poesia
Terzani non è mai un semplice spettatore. Non è un giornalista che scrive solo per informare, ma un uomo che vuole capire, che vuole sentire sulla pelle il battito dei luoghi che visita.
La sua scrittura è precisa, incalzante, lucida quando deve essere analitica, ma anche struggente quando racconta le sofferenze di chi ha visto la propria terra devastata dalla guerra e dal potere.
Sa essere poetico, senza essere retorico. Sa essere critico, senza mai essere cinico. Il suo amore per l’Asia è evidente in ogni parola, ma è un amore senza illusioni, un amore che vede anche le ombre, le ferite, i fallimenti.
Un’Asia che non esiste più?
Uno degli aspetti più toccanti del libro è la sensazione che molti dei luoghi e delle culture descritte stiano scomparendo.
L’Asia di Terzani non è quella globalizzata di oggi, fatta di grattacieli scintillanti e metropoli omologate al resto del mondo. È un’Asia ancora in bilico tra passato e futuro, ancora piena di mistero, di rituali antichi, di saggezze perdute.
E forse è proprio questo che rende In Asia così affascinante: è un libro che ci permette di viaggiare in un tempo e in uno spazio che rischiano di dissolversi sotto il peso della modernità.
Perché leggere In Asia oggi?
Perché è un libro che insegna a guardare il mondo con occhi diversi. Terzani non è un turista, non è un reporter superficiale: è un uomo che ascolta, che osserva, che si immerge nei luoghi.
Perché racconta un’Asia che sta scomparendo. La Cina prima dell’iper-capitalismo, l’India ancora lontana dalla tecnologia che oggi la pervade, il Vietnam che cerca di ricostruirsi dopo la guerra.
Perché è una lezione di giornalismo. Un giornalismo fatto sul campo, con mesi passati tra le persone, senza filtri, senza pregiudizi, senza le superficialità dell’informazione moderna.
Perché è una riflessione sul potere, sulla guerra, sull’equilibrio precario tra progresso e distruzione.
Perché la scrittura di Terzani è coinvolgente, appassionata, piena di vita.
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