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Congo di David Van Reybrouck: la tragedia di un paese, il capolavoro di una vita

Immagine del redattore: Gerardo FortinoGerardo Fortino

Congo

Un libro-monumento sulla storia del Congo


Ci sono libri che informano. Altri che emozionano. Pochissimi riescono a fare entrambe le cose con la stessa intensità.


Congo di David Van Reybrouck è uno di questi. Non è solo un saggio, né una semplice cronaca storica: è un’opera monumentale, un affresco brutale, vivido e necessario di un paese divorato dalla sua stessa storia. È il libro che ogni giornalista, storico e narratore vorrebbe scrivere, ma che solo un autore con un’ambizione fuori scala poteva realizzare.


Questa non è la solita storia della colonizzazione belga e del post colonialismo africano. Non è il racconto distaccato di un accademico che riporta date e statistiche. È un’immersione totale nel sangue e nel fango, nel sogno e nella tragedia, nel coraggio e nell’orrore che hanno segnato un territorio ricchissimo e maledetto.


Il Congo: dal colonialismo alla tragedia contemporanea


Van Reybrouck parte da lontano. Racconta l’inizio, il furto della terra e dell’anima da parte dei belgi sotto la guida di un Leopoldo II assetato di potere e profitti. Ma non si limita a un’esposizione storica: il suo vero colpo di genio è la struttura narrativa.


Il libro alterna ricerca storica, analisi politica e testimonianze dirette. E sono proprio le voci dei congolesi, uomini e donne di tutte le epoche e classi sociali, a trasformare Congo in qualcosa di unico. La storia prende corpo attraverso le esperienze di chi ha vissuto il colonialismo, l’indipendenza, il regime di Mobutu, le guerre civili, fino al caos contemporaneo. Il risultato? Un affresco brutale e pulsante, che non lascia respiro.


La scrittura: tra reportage, romanzo e saggio


Van Reybrouck scrive con una lucidità devastante. Non c’è traccia di romanticismo o indulgenza. Non esiste il mito del "buon selvaggio", né quello del "salvatore bianco". Esiste solo la realtà, dura, cruda e ineluttabile.


Le descrizioni delle atrocità commesse sotto il dominio belga pesano come macigni. I passaggi sulle dittature post-indipendenza colpiscono come pugni nello stomaco. Ma ciò che rende Congo un capolavoro è la sua capacità di restituire l’essenza di un popolo e di una terra che, nonostante tutto, continua a resistere.


Un libro che pesa, ma che va letto


Diciamolo subito: Congo non è una lettura leggera. Non è un libro che si consuma distrattamente tra un impegno e l’altro. È un libro che chiede attenzione, che pretende un coinvolgimento totale. Ma è anche un libro necessario.


Perché? Perché il Congo è il simbolo di ogni ingiustizia storica, di ogni sfruttamento senza redenzione. Perché leggere questo libro significa comprendere non solo l’Africa, ma il nostro stesso rapporto con il potere, il colonialismo, l’avidità e la violenza.


Perché leggere oggi Congo?


Viviamo in un’epoca in cui la storia viene spesso semplificata o, peggio, riscritta per adattarsi alle esigenze del presente. Congo è l’antidoto perfetto a questa tendenza. È un libro che non accetta compromessi, che racconta i fatti senza edulcorarli, che non cerca eroi né facili spiegazioni.


Se vuoi davvero capire l’Africa – e non solo il Congo – questo è il libro da leggere. Ma sappi che non ne uscirai indenne.

 

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